Ecco qui' il mio secondo podcast. Questa volta, per manie di internazionalismo, è in inglese. Il weekend quasi finito mi ha visto dedito a questa diffusione telematica della musica e delle passioni. E' forse l'aspetto più alto della rete...CONDIVISIONE!
Basta chiacchierare ora. Spero solo di farne altri appena possibile, appena avrò tempo.
Le canzoni in questione sono:
1 The Nerves - Hangin' on the telephone
2 Miaow - Sport most royal
3 Pavement - Silence kid
4 The Fronts - Catch a thief
5 Warner Brothers - Lonely
6 Pink Floyd - Candy and a currant bun
7 The Jam - Girls on the phone
8 Undertones - Jimmy Jimmy
9 Members - Sound of the suburbs
10 Jet Tones - Jet tone boogie
11 Hardy Boys - Namby Pampy
12 The Nickel Bag - It's a hassle
13 Coasters - Poison Ivy
14 Arthur Conley - Sweet soul music
15 Sam Paglia - Naitrope Clubtrope
16 Sam Cooke - Having a party
Ho cercato di fare un piccolo tributo al powerpop passando per il beat e finendo nel soul più denzereccio.
Ecco l'indirizzo dove potete ascoltarlo.
http://www.zshare.net/audio/58838173fcfd286b
Buon ascolto!
sabato 18 aprile 2009
Podcast number 1
Qui potrete trovare il mio primo podcast. Una breve collezione di brani garage:
http://www.zshare.net/audio/58818200373416cd/
http://www.zshare.net/audio/58818200373416cd/
- The Sparkles - The hip
- Mac Rebennack - Storm warning
- Love - My flash on you
- Dirtbombs - Can't stop dreaming of you
- Question Mark - Hang in
- The Attack - We don't Know
- The Knack - Who'll be the next in line
- Mojos - Everything's allright
giovedì 5 marzo 2009
Consumatore
N.B. Non è una polemica!
Consuma amico o amica che tu sia, anche quando pensi di fare altro il tuo scopo è sempre quello,
allora dai consuma amica o amico che tu sia.
Anche quando esci per divertirti il tuo obiettivo rimane lo stesso, una voce nella testa ti dice "Compra, compra" ma tu pensi di divertirti e sei fuori, ad un concerto. Anche quello è consumare, nella sua innocenza. Spendi i soldi per la birra o per il gruppo, per l'entrata o per i pantaloni nuovi che magari indossi.
Consuma caro o cara mia, maschio o femmina che tu sia. Anche quando credi di aver trovato la tua dolce metà, il mercato ha uno spazio libero, vuoto ed accogliente anche per te e per il tuo lui o lei che sia. Credi di amare e forse lo fai per davvero ma anche allora consumerai. Pure se hai intenzioni serie con la persona che siede in quel tavolo al tuo fianco, a quel punto verranno forse i bambini e consumerai di nuovo, consumerai per tre e se ci pensi consumi anche adesso mentre bevi una bibita gelata. Consuma e spicciati a finire ciò che hai cominciato, un'altra sfida da comprare e gustare ti aspetta al di là della vetrina. Credi a me, non pensarci più. Non c'è niente di male. Consuma, fallo per la patria o per l'economia. Anzi fa qualcosa per te stesso, è un tuo bisogno, è un tuo diritto e te lo meriti. Non perdere tempo e segui quella voce che ti dice ancora che in fondo il nostro aspetto e la nostra identità ha bisogno di oggetti per diventare peculiare, oggetti che devi acquistare senza colpo ferire. Più ne acquisti e più il tuo modo di apparire sarà particolare. Avrai fascino e virtù, avrai quello che vuoi tu e allora follow the voice a lettere cubitali BYE BUY!
Consuma amico o amica che tu sia, anche quando pensi di fare altro il tuo scopo è sempre quello,
allora dai consuma amica o amico che tu sia.
Anche quando esci per divertirti il tuo obiettivo rimane lo stesso, una voce nella testa ti dice "Compra, compra" ma tu pensi di divertirti e sei fuori, ad un concerto. Anche quello è consumare, nella sua innocenza. Spendi i soldi per la birra o per il gruppo, per l'entrata o per i pantaloni nuovi che magari indossi.
Consuma caro o cara mia, maschio o femmina che tu sia. Anche quando credi di aver trovato la tua dolce metà, il mercato ha uno spazio libero, vuoto ed accogliente anche per te e per il tuo lui o lei che sia. Credi di amare e forse lo fai per davvero ma anche allora consumerai. Pure se hai intenzioni serie con la persona che siede in quel tavolo al tuo fianco, a quel punto verranno forse i bambini e consumerai di nuovo, consumerai per tre e se ci pensi consumi anche adesso mentre bevi una bibita gelata. Consuma e spicciati a finire ciò che hai cominciato, un'altra sfida da comprare e gustare ti aspetta al di là della vetrina. Credi a me, non pensarci più. Non c'è niente di male. Consuma, fallo per la patria o per l'economia. Anzi fa qualcosa per te stesso, è un tuo bisogno, è un tuo diritto e te lo meriti. Non perdere tempo e segui quella voce che ti dice ancora che in fondo il nostro aspetto e la nostra identità ha bisogno di oggetti per diventare peculiare, oggetti che devi acquistare senza colpo ferire. Più ne acquisti e più il tuo modo di apparire sarà particolare. Avrai fascino e virtù, avrai quello che vuoi tu e allora follow the voice a lettere cubitali BYE BUY!
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venerdì 20 febbraio 2009
Previsioni e prospettive per il futuro
E' inutile cercare un'altra via. L'unico modo che ha l'Italia di sopravvivere è quello di seguire la strada dello stereotipo di se stessa. Cerco di essere più chiaro.
Il nostro è un paese che sta arrancando, non riesce a seguire l'onda della post-modernità dalle interfacce (fintamente) friendly e schierate(solo per scopi commerciali) dalla parte dell'utente. E' un paese che ha al governo personalità vecchie, buone per gli anni '70 ed '80 quando avevano in mano tutto il potere mediatico e la tv ed i giornali erano l'unica fonte di informazione possibile. Personalità dittatoriali, decrepiti feudatari della peggior specie che non hanno capito la traiettoria della società post 2001. Flessibilità e finta libertà è la parola d'ordine dei sistemi politici più evoluti. Cambio d'immagine. Un cambio che ripropone icone già note, immagini già viste e le ricontestualizza. Il mercato ha imparato a guadagnare su tutto. Ogni cosa, anche il gesto più estremo, trova la sua posizione ed un suo pubblico pagante. L'Italia da questo scenario è palesemente fuori sia mentalmente che economicamente e quindi sarebbe, in teoria, destinata ad affondare. A mio parere c'è però un'ancora di salvataggio.
La nostra nazione deve portare all'estremo lo stereotipo oleografico di Belpaese. Diventare il parco giochi di investitori stranieri che ne faranno un'oasi di ristoro per i turisti. Insomma, gli italiani verranno pagati per incarnare il modello della persona cordiale, elegante e gesticolante. Golfino sulle spalle ed aperitivo al tramonto. Occhi e capelli neri, macchina nuova e buon cibo. Ristoranti dall'aspetto genuino e casereccio.
Bisognerà essere ciò che gli altri vogliono vedere, qualcosa di familiare. In breve; il simulacro abusato del Belpaese.
Secondo chi scrive questa è la via che si prospetta e forse non è così negativa. Il futuro si scrive con i soldi e da noi gli investimenti ben riusciti non sono mai stati un tratto tipico e comune. L'unica via di salvezza appare quella descritta; l'Italietta che tanto piace all'estero.
Saluti,
Soulwilly il mulo.
Il nostro è un paese che sta arrancando, non riesce a seguire l'onda della post-modernità dalle interfacce (fintamente) friendly e schierate(solo per scopi commerciali) dalla parte dell'utente. E' un paese che ha al governo personalità vecchie, buone per gli anni '70 ed '80 quando avevano in mano tutto il potere mediatico e la tv ed i giornali erano l'unica fonte di informazione possibile. Personalità dittatoriali, decrepiti feudatari della peggior specie che non hanno capito la traiettoria della società post 2001. Flessibilità e finta libertà è la parola d'ordine dei sistemi politici più evoluti. Cambio d'immagine. Un cambio che ripropone icone già note, immagini già viste e le ricontestualizza. Il mercato ha imparato a guadagnare su tutto. Ogni cosa, anche il gesto più estremo, trova la sua posizione ed un suo pubblico pagante. L'Italia da questo scenario è palesemente fuori sia mentalmente che economicamente e quindi sarebbe, in teoria, destinata ad affondare. A mio parere c'è però un'ancora di salvataggio.
La nostra nazione deve portare all'estremo lo stereotipo oleografico di Belpaese. Diventare il parco giochi di investitori stranieri che ne faranno un'oasi di ristoro per i turisti. Insomma, gli italiani verranno pagati per incarnare il modello della persona cordiale, elegante e gesticolante. Golfino sulle spalle ed aperitivo al tramonto. Occhi e capelli neri, macchina nuova e buon cibo. Ristoranti dall'aspetto genuino e casereccio.
Bisognerà essere ciò che gli altri vogliono vedere, qualcosa di familiare. In breve; il simulacro abusato del Belpaese.
Secondo chi scrive questa è la via che si prospetta e forse non è così negativa. Il futuro si scrive con i soldi e da noi gli investimenti ben riusciti non sono mai stati un tratto tipico e comune. L'unica via di salvezza appare quella descritta; l'Italietta che tanto piace all'estero.
Saluti,
Soulwilly il mulo.
martedì 3 febbraio 2009
Be happy - La felicità da vedere
Mike Leigh è un ottimo regista che da sempre si impegna a descrivere in maniera nitida la società britannica; dall'ancora quasi amatoriale e antithatcheriano High Hopes (1988) al duro e quasi francescano Vera Drake (2004).
Ieri ho avuto la fortuna di guardare il suo ultimo film; Happy-go-Lucky (2008). La pellicola è un gioiello, una caramella di gioia da vedere e da assaporare, in cui la protagonista Pauline, chiamata da tutti Poppy, è un'anima dolcissima e solare che cerca di vivere la vita con serenità e positivo senso delle cose e che passa le sue giornate in perfetta armonia tra la scuola, le lezioni di guida con il problematico istruttore Scott e le lezioni di flamenco. Happy-go-lucky è un film sulla positività che non pretende certo di cancellare o far dimenticare l'amaro che da sempre si annida nelle maglie dell'esistenza. La dose di fiele, infatti, viene fuori nelle parole lucide ma catastrofiche di Scott. Sono le invettive di chi sente su di sè tutta l'ipocrisia della società del consumo all'apparenza friendly e sfavillante; il tessuto stretto della rete di un melting pot non completamente riuscito.
A questo scenario si può reagire anche in altra maniera, come fa Poppy ad esempio, portando sempre con sè un sorriso e cogliendo ciò che di positivo offre la nostra condizione. Può sembrare un atteggiamento superficiale ed invece è un modo dolce per vivere indirizzando le aspettative su ciò che ci rende sereni; alcuni aspetti del nostro lavoro, un' uscita con gli amici o una serata passata al pub. La positività infatti è una strada di vita vecchia quanto l'uomo raramente percorsa perchè sembra frivola; Mike Leigh è bravissimo a far venire allo scoperto gli elementi lirici che la compongono. Piccoli sprazzi di gioia delle relazioni, ad esempio un incontro sull'autobus o un panorama visto dal balcone, che sono il leitmotiv del film e si vanno ad inserire in una messa in scena in cui dominano colori tenui e rilassanti; l'azzuro su tutti. Happy-go-Lucky è proprio un bel film da guardare davanti alla nostra bevanda preferita per riscoprire la serenità e la gioia; due aspetti spesso sottovalutati dello stare al mondo
Ieri ho avuto la fortuna di guardare il suo ultimo film; Happy-go-Lucky (2008). La pellicola è un gioiello, una caramella di gioia da vedere e da assaporare, in cui la protagonista Pauline, chiamata da tutti Poppy, è un'anima dolcissima e solare che cerca di vivere la vita con serenità e positivo senso delle cose e che passa le sue giornate in perfetta armonia tra la scuola, le lezioni di guida con il problematico istruttore Scott e le lezioni di flamenco. Happy-go-lucky è un film sulla positività che non pretende certo di cancellare o far dimenticare l'amaro che da sempre si annida nelle maglie dell'esistenza. La dose di fiele, infatti, viene fuori nelle parole lucide ma catastrofiche di Scott. Sono le invettive di chi sente su di sè tutta l'ipocrisia della società del consumo all'apparenza friendly e sfavillante; il tessuto stretto della rete di un melting pot non completamente riuscito.
A questo scenario si può reagire anche in altra maniera, come fa Poppy ad esempio, portando sempre con sè un sorriso e cogliendo ciò che di positivo offre la nostra condizione. Può sembrare un atteggiamento superficiale ed invece è un modo dolce per vivere indirizzando le aspettative su ciò che ci rende sereni; alcuni aspetti del nostro lavoro, un' uscita con gli amici o una serata passata al pub. La positività infatti è una strada di vita vecchia quanto l'uomo raramente percorsa perchè sembra frivola; Mike Leigh è bravissimo a far venire allo scoperto gli elementi lirici che la compongono. Piccoli sprazzi di gioia delle relazioni, ad esempio un incontro sull'autobus o un panorama visto dal balcone, che sono il leitmotiv del film e si vanno ad inserire in una messa in scena in cui dominano colori tenui e rilassanti; l'azzuro su tutti. Happy-go-Lucky è proprio un bel film da guardare davanti alla nostra bevanda preferita per riscoprire la serenità e la gioia; due aspetti spesso sottovalutati dello stare al mondo
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venerdì 30 gennaio 2009
Il guscio protettivo dell'abbondanza.
Se allunghiamo la mano sulla scrivania dove poggia il nostro computer cosa possiamo toccare? Scommetto un'infinità di oggetti e cosettine allungate sul legno o sul ferro della scrivania a prendere polvere. Oggetti con schermi colorati, forme tondeggianti e sensuali oppure parallelepipedi sfogliabili, copertine patinate con scritte dal carattere informale. Lampade a risparmio, flessibili e dal collo lungo come struzzi. Penne nere, matite mai appuntate, carte e cartacce da buttare appena nasce la voglia di ordine. Avviciniamo il naso e respiriamo profondamente. Che bello il profumo delle scatole nuove di zecca quando si aprono, che buon odore hanno gi oggetti elettronici appena scartati, sanno di grandi promesse e sintonie con il mondo, in poche parole globalizzazione. Che buon profumo hanno i libri appena presi; colla e promesse di sapere tra le pagine ruvide. E' una soddisfazione piena e confortante toccare la plastica della copertina, lucida e morbida.
Questo è il guscio protettivo degli oggetti, dell'abbondanza del presente. Circondarsi di materia, creare un proprio spazio autonomo fuori dal trambusto della vita dove rinchiudersi. Rimanere immobili tra i frutti del nostro tempo.
Questo è il guscio protettivo degli oggetti, dell'abbondanza del presente. Circondarsi di materia, creare un proprio spazio autonomo fuori dal trambusto della vita dove rinchiudersi. Rimanere immobili tra i frutti del nostro tempo.
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