Se allunghiamo la mano sulla scrivania dove poggia il nostro computer cosa possiamo toccare? Scommetto un'infinità di oggetti e cosettine allungate sul legno o sul ferro della scrivania a prendere polvere. Oggetti con schermi colorati, forme tondeggianti e sensuali oppure parallelepipedi sfogliabili, copertine patinate con scritte dal carattere informale. Lampade a risparmio, flessibili e dal collo lungo come struzzi. Penne nere, matite mai appuntate, carte e cartacce da buttare appena nasce la voglia di ordine. Avviciniamo il naso e respiriamo profondamente. Che bello il profumo delle scatole nuove di zecca quando si aprono, che buon odore hanno gi oggetti elettronici appena scartati, sanno di grandi promesse e sintonie con il mondo, in poche parole globalizzazione. Che buon profumo hanno i libri appena presi; colla e promesse di sapere tra le pagine ruvide. E' una soddisfazione piena e confortante toccare la plastica della copertina, lucida e morbida.
Questo è il guscio protettivo degli oggetti, dell'abbondanza del presente. Circondarsi di materia, creare un proprio spazio autonomo fuori dal trambusto della vita dove rinchiudersi. Rimanere immobili tra i frutti del nostro tempo.
venerdì 30 gennaio 2009
Il guscio protettivo dell'abbondanza.
Etichette:
abbondanza,
computer,
contemporaneo,
libri,
oggetti,
penne
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento