sabato 18 aprile 2009

Podcast #2: having a party.

Ecco qui' il mio secondo podcast. Questa volta, per manie di internazionalismo, è in inglese. Il weekend quasi finito mi ha visto dedito a questa diffusione telematica della musica e delle passioni. E' forse l'aspetto più alto della rete...CONDIVISIONE!
Basta chiacchierare ora. Spero solo di farne altri appena possibile, appena avrò tempo.
Le canzoni in questione sono:

1 The Nerves - Hangin' on the telephone
2 Miaow - Sport most royal
3 Pavement - Silence kid
4 The Fronts - Catch a thief
5 Warner Brothers - Lonely
6 Pink Floyd - Candy and a currant bun
7 The Jam - Girls on the phone
8 Undertones - Jimmy Jimmy
9 Members - Sound of the suburbs
10 Jet Tones - Jet tone boogie
11 Hardy Boys - Namby Pampy
12 The Nickel Bag - It's a hassle
13 Coasters - Poison Ivy
14 Arthur Conley - Sweet soul music
15 Sam Paglia - Naitrope Clubtrope
16 Sam Cooke - Having a party

Ho cercato di fare un piccolo tributo al powerpop passando per il beat e finendo nel soul più denzereccio.
Ecco l'indirizzo dove potete ascoltarlo.

http://www.zshare.net/audio/58838173fcfd286b

Buon ascolto!

Podcast number 1

Qui potrete trovare il mio primo podcast. Una breve collezione di brani garage:

http://www.zshare.net/audio/58818200373416cd/
  1. The Sparkles - The hip
  2. Mac Rebennack - Storm warning
  3. Love - My flash on you
  4. Dirtbombs - Can't stop dreaming of you
  5. Question Mark - Hang in
  6. The Attack - We don't Know
  7. The Knack - Who'll be the next in line
  8. Mojos - Everything's allright

giovedì 5 marzo 2009

Consumatore

N.B. Non è una polemica!

Consuma amico o amica che tu sia, anche quando pensi di fare altro il tuo scopo è sempre quello,
allora dai consuma amica o amico che tu sia.
Anche quando esci per divertirti il tuo obiettivo rimane lo stesso, una voce nella testa ti dice "Compra, compra" ma tu pensi di divertirti e sei fuori, ad un concerto. Anche quello è consumare, nella sua innocenza. Spendi i soldi per la birra o per il gruppo, per l'entrata o per i pantaloni nuovi che magari indossi.
Consuma caro o cara mia, maschio o femmina che tu sia. Anche quando credi di aver trovato la tua dolce metà, il mercato ha uno spazio libero, vuoto ed accogliente anche per te e per il tuo lui o lei che sia. Credi di amare e forse lo fai per davvero ma anche allora consumerai. Pure se hai intenzioni serie con la persona che siede in quel tavolo al tuo fianco, a quel punto verranno forse i bambini e consumerai di nuovo, consumerai per tre e se ci pensi consumi anche adesso mentre bevi una bibita gelata. Consuma e spicciati a finire ciò che hai cominciato, un'altra sfida da comprare e gustare ti aspetta al di là della vetrina. Credi a me, non pensarci più. Non c'è niente di male. Consuma, fallo per la patria o per l'economia. Anzi fa qualcosa per te stesso, è un tuo bisogno, è un tuo diritto e te lo meriti. Non perdere tempo e segui quella voce che ti dice ancora che in fondo il nostro aspetto e la nostra identità ha bisogno di oggetti per diventare peculiare, oggetti che devi acquistare senza colpo ferire. Più ne acquisti e più il tuo modo di apparire sarà particolare. Avrai fascino e virtù, avrai quello che vuoi tu e allora follow the voice a lettere cubitali BYE BUY!

venerdì 20 febbraio 2009

Previsioni e prospettive per il futuro

E' inutile cercare un'altra via. L'unico modo che ha l'Italia di sopravvivere è quello di seguire la strada dello stereotipo di se stessa. Cerco di essere più chiaro.
Il nostro è un paese che sta arrancando, non riesce a seguire l'onda della post-modernità dalle interfacce (fintamente) friendly e schierate(solo per scopi commerciali) dalla parte dell'utente. E' un paese che ha al governo personalità vecchie, buone per gli anni '70 ed '80 quando avevano in mano tutto il potere mediatico e la tv ed i giornali erano l'unica fonte di informazione possibile. Personalità dittatoriali, decrepiti feudatari della peggior specie che non hanno capito la traiettoria della società post 2001. Flessibilità e finta libertà è la parola d'ordine dei sistemi politici più evoluti. Cambio d'immagine. Un cambio che ripropone icone già note, immagini già viste e le ricontestualizza. Il mercato ha imparato a guadagnare su tutto. Ogni cosa, anche il gesto più estremo, trova la sua posizione ed un suo pubblico pagante. L'Italia da questo scenario è palesemente fuori sia mentalmente che economicamente e quindi sarebbe, in teoria, destinata ad affondare. A mio parere c'è però un'ancora di salvataggio.
La nostra nazione deve portare all'estremo lo stereotipo oleografico di Belpaese. Diventare il parco giochi di investitori stranieri che ne faranno un'oasi di ristoro per i turisti. Insomma, gli italiani verranno pagati per incarnare il modello della persona cordiale, elegante e gesticolante. Golfino sulle spalle ed aperitivo al tramonto. Occhi e capelli neri, macchina nuova e buon cibo. Ristoranti dall'aspetto genuino e casereccio.
Bisognerà essere ciò che gli altri vogliono vedere, qualcosa di familiare. In breve; il simulacro abusato del Belpaese.
Secondo chi scrive questa è la via che si prospetta e forse non è così negativa. Il futuro si scrive con i soldi e da noi gli investimenti ben riusciti non sono mai stati un tratto tipico e comune. L'unica via di salvezza appare quella descritta; l'Italietta che tanto piace all'estero.
Saluti,
Soulwilly il mulo.

martedì 3 febbraio 2009

Be happy - La felicità da vedere

Mike Leigh è un ottimo regista che da sempre si impegna a descrivere in maniera nitida la società britannica; dall'ancora quasi amatoriale e antithatcheriano High Hopes (1988) al duro e quasi francescano Vera Drake (2004).
Ieri ho avuto la fortuna di guardare il suo ultimo film; Happy-go-Lucky (2008). La pellicola è un gioiello, una caramella di gioia da vedere e da assaporare, in cui la protagonista Pauline, chiamata da tutti Poppy, è un'anima dolcissima e solare che cerca di vivere la vita con serenità e positivo senso delle cose e che passa le sue giornate in perfetta armonia tra la scuola, le lezioni di guida con il problematico istruttore Scott e le lezioni di flamenco. Happy-go-lucky è un film sulla positività che non pretende certo di cancellare o far dimenticare l'amaro che da sempre si annida nelle maglie dell'esistenza. La dose di fiele, infatti, viene fuori nelle parole lucide ma catastrofiche di Scott. Sono le invettive di chi sente su di sè tutta l'ipocrisia della società del consumo all'apparenza friendly e sfavillante; il tessuto stretto della rete di un melting pot non completamente riuscito.
A questo scenario si può reagire anche in altra maniera, come fa Poppy ad esempio, portando sempre con sè un sorriso e cogliendo ciò che di positivo offre la nostra condizione. Può sembrare un atteggiamento superficiale ed invece è un modo dolce per vivere indirizzando le aspettative su ciò che ci rende sereni; alcuni aspetti del nostro lavoro, un' uscita con gli amici o una serata passata al pub. La positività infatti è una strada di vita vecchia quanto l'uomo raramente percorsa perchè sembra frivola; Mike Leigh è bravissimo a far venire allo scoperto gli elementi lirici che la compongono. Piccoli sprazzi di gioia delle relazioni, ad esempio un incontro sull'autobus o un panorama visto dal balcone, che sono il leitmotiv del film e si vanno ad inserire in una messa in scena in cui dominano colori tenui e rilassanti; l'azzuro su tutti. Happy-go-Lucky è proprio un bel film da guardare davanti alla nostra bevanda preferita per riscoprire la serenità e la gioia; due aspetti spesso sottovalutati dello stare al mondo

venerdì 30 gennaio 2009

Il guscio protettivo dell'abbondanza.

Se allunghiamo la mano sulla scrivania dove poggia il nostro computer cosa possiamo toccare? Scommetto un'infinità di oggetti e cosettine allungate sul legno o sul ferro della scrivania a prendere polvere. Oggetti con schermi colorati, forme tondeggianti e sensuali oppure parallelepipedi sfogliabili, copertine patinate con scritte dal carattere informale. Lampade a risparmio, flessibili e dal collo lungo come struzzi. Penne nere, matite mai appuntate, carte e cartacce da buttare appena nasce la voglia di ordine. Avviciniamo il naso e respiriamo profondamente. Che bello il profumo delle scatole nuove di zecca quando si aprono, che buon odore hanno gi oggetti elettronici appena scartati, sanno di grandi promesse e sintonie con il mondo, in poche parole globalizzazione. Che buon profumo hanno i libri appena presi; colla e promesse di sapere tra le pagine ruvide. E' una soddisfazione piena e confortante toccare la plastica della copertina, lucida e morbida.
Questo è il guscio protettivo degli oggetti, dell'abbondanza del presente. Circondarsi di materia, creare un proprio spazio autonomo fuori dal trambusto della vita dove rinchiudersi. Rimanere immobili tra i frutti del nostro tempo.

mercoledì 21 gennaio 2009

La modernità come attegiamento antico.

Moderno, come appartenente a poco fa, quindi ad un tempo che rassomiglia al presente. E'possibile parlare ancora di modernità?
La modernità porta con sè rottura, cambio della guardia per i paradigmi usuali ed usati e quindi spezza un filo per ricomporne un altro, più nuovo, squisitamente attuale. Oggi cos'è che rompe la linea? Niente pare più scioccare nessuno sepolti come siamo da miliardi di informazioni ed immagini sfavillanti e allora cos'è il moderno se non un attitudine che appartiene ad un sistema ormai bello che andato? Bene, forse la modernità è un attegiamento passatista, siamo d'accordo. Siamo in una società estremamente dinamica e multi-qualcosa in cui il concetto di estetica è molto flessibile. Estetica, che giudica il bello e non il vero che, invece, appartiene al regime della logica. Allora torniamo al moderno che non esiste più dato che il sistema della tolleranza lo ha fagocitato proprio quando ha capito che la diversità produceva valore e quindi denaro. Prendiamo una qualsiasi scena cruda propostaci dalla tv, anzi mandata in tv ma partita da un telefonino. Ha una sua connotazione estetica, come appare formalmente? Ci siamo assuefatti all'estetica dell'amatoriale, della camera sporca? Che impressione ci dà...è vera?
Si smaterializza la carne rappresentata e probabilmente la foto altro non è che uno dei tanti documenti digitali che circolano nel mondo. E così per le foto più allegre o quasi; matrimoni, cresime e via discorrendo. C'è ancora una persona viva dietro al nostro profilo facebook?

sabato 10 gennaio 2009

Paths of Meditation.

L'unico modo per vivere una vita serena è il raccoglimento. L'unico modo per vivere una vita piena è la meditazione. Possiamo girarla quanto vogliamo ma appare chiaro che se ci soffermiamo sui lati negativi delle cose essi cresceranno se invece ci rilassiamo e ci fermiamo su quelli positivi questi ultimi fioriranno. In breve, se siamo negativi verranno cose negative se siamo positivi verranno cose positive. Il nostro pensiero agisce sulla materia dell'universo, la plasma e di conseguenza crea. Tutto ciò che l'uomo ha creato è, paradossalmente, qualcosa di naturale perchè è il frutto stesso dell'uomo . Tutto ciò che gli esseri umani hanno portato in materia è nato prima nel pensiero. Inutile rifletterci, la mente ha l'immensa forza di costruire. Prima viene l'immagine e in ultima istanza l'azione. Tutto è determinato all'origine dalle idee e dallo spirito. Bisognerebbe, allora, agire proprio sulle convinzioni radicate in noi che ci mettono nella condizione di non vivere una vita serena e positiva. Bisognerebbe agire sulle paure e sui pensieri negativi che inevitabilmente ci portano a creare cose negative. Il fulcro di questa azione dovrebbe essere lo svuotamento della mente tramite la meditazione e il conseguente riempimento di essa con visioni rinnovate atte a realizzare una nuova strada di cui siamo i principali fautori. Una strada basata sull' immaginazione, che trova radice nei nostri desideri. I nostri desideri vanno guardati e pre-vissuti nei minimi particolari e dettagli prima di tutto nella nostra mente. In questo modo con l'immaginazione fissa su di essi, ciò che pensiamo e vogliamo diviene reale. Dovremmo allora chiudere gli occhi, respirare e meditare almeno per qualche minuto. Questi sono i primi passi per essere creatrici e creatori.
SOULWILY l'alce.

lunedì 5 gennaio 2009

Oscuro album di Soulwilly

Ronzii, campane distorte, suoni industriali e ripetitività. Questo ed altre assurdità sonore è ciò che troverete nel mio esperimento scaricabile quì sotto. Sono un mucchio di canzoni agricole fabbricate e suonate per l'anno nuovo. Il 2009, non ci sono state invasioni aliene, non ci sono macchine volanti e a Roma c'è ancora il Colosseo. Mi accordo comunque con Alberto y lost trios paranoias per quanto riguarda l'Anfiteatro Flavio, anch'io sono sicuro che sia una struttura costruita da qualcuno venuto dallo spazio. In ogni caso sarebbe bello sapere che sembianze avevano gli antichi romani, sapere come si muovevano ecc. Peccato che non c'erano ancora le cineprese e il digitale era lontano. I nostri posteri saranno più sfortunati, potranno vederci, chissà cosa penseranno. Mi succede di non credere al passato, sono nato e cresciuto nell'era delle immagini in movimento e per me queste rappresentano l'unica forma plausibile di realtà. Mi capita di non credere nè alla scrittura nè tantomeno alle rappresentazioni pittoriche,figuriamoci alle tavole di marmo. Quindi per festeggiare la nostra società post moderna ed il nostro tempo ecco qui le note industriali di Soulwilly che in questo frangente dà il meglio di sè. Ripetitività, suoni di incontri di Kung-fu e rumori di vento creato digitalmente, tutto questo ed altro ancora mischiato e macinato in un rozzo impasto costruito con rozzi strumenti.
Rilassatevi ed ascoltate la musica sfornata dall'hard disk.

http://www.zshare.net/download/53718012f9294ca7/

giovedì 1 gennaio 2009

Proposte per il nuovo anno??

Bisogna alzare la voce, dimostrare chi siamo. Bisogna umiliare il prossimo, in qualunque modo. Forse è una mia impressione mendace, forse è una mia idea sbagliata, ma ho sempre notato che nel nostro paese si tende a confondere l'indifferenza verso le situazioni scomode con la tolleranza. In fondo gli italiani sono, come si dice, brava gente ed accettano tutti e l'invadenza di certi attegiamenti non è nient'altro che eccesso di simpatia o di bontà. Da tutte le parti ci mandano un messaggio chiarissimo. Non c'è futuro, non c'è lavoro. Non c'è nulla e allora bisogna fare la voce grossa, farsi rispettare e umiliare chi ti sta di fianco. Ripeto, probabilmente è soltanto un mio modo di vedere la cosa ma mi sembra che tutti i rapporti nella nostra nazione sono tesi a stabilire una piccola gerarchia. C'è il più forte e poi ci sono gli altri. A tutto questo si associa un mai cancellato e atavico senso dell'onore. Sulla pubblica piazza va dimostrata la propria potenza. I ricchi sui poveri, i maschi sulle donne e l'italiano sullo straniero. Italiano che riconosce la nazione come sua solamente quando fa comodo e soprattutto secondo certi parametri. Il calcio, il cibo, la moda, lo stile...tutte belle cose, utili di certo, ma bastano per creare una reale unità? Bastano quali elementi portanti di uno spirito comune?
Inoltre oggi ci ripetono che non c'è lavoro, il poco che c'è è messo a rischio dall'intraprendenza del vicino allora che fare se non inasprire la lotta? Dobbiamo rafforzare quel processo gerarchico di piccole umiliazioni verso l'altro, verso il sesso opposto, verso lo straniero e riaffermarci come individui fieri di appartenere ad un gruppo, sessuale o etnico che sia.
Io non ci voglio credere. Credo nell'abbondanza delle cose, credo nella pace e nella non-violenza. Credo che bisogna concentrarsi, volere e solo alla fine agire. Togliere il rancore, l'invidia, il giudizio e fissare l'attenzione su ciò che desideriamo e non su quello che non vogliamo. Sono convinto come altri che il problema non c'è e tutto viene attratto dal nostro pensiero ma dobbiamo meditare, rilassarci ed essere positivi e propositivi. Dobbiamo rischiare, questo è sicuro, ma non c'è altra via d'uscita. Mettersi in gioco, ritrovare la creatività e la profondità che, dietro le maglie triviali delle televisioni e degli status symbols, il nostro paese nasconde. In questo modo possiamo riacquistare un orgoglio nazionale fondato sugli insegnamenti di alcune grandi menti che hanno fatto la nostra storia, su una cultura viva che non sia l'autocelebrazione delle vecchie glorie. Fondato su certe bellissime peculiarità che soltanto l'Italia possiede.
Non facciamoci ingannare dall'attegiamento facilone e nazionalpopolare che oggi va per la maggiore, sono sicuro che non è l'unico modo per essere uniti. Riprendiamo un' ironia sottile che è stata troppo spesso sostituita dal volgare umorismo dell'offesa personale.
Tutto è fantastico, l'universo è immenso e ogni cosa ha un suo senso profondo. Allora rilassiamoci e desideriamo....
Saluti
Soulwilly il bue