mercoledì 21 gennaio 2009

La modernità come attegiamento antico.

Moderno, come appartenente a poco fa, quindi ad un tempo che rassomiglia al presente. E'possibile parlare ancora di modernità?
La modernità porta con sè rottura, cambio della guardia per i paradigmi usuali ed usati e quindi spezza un filo per ricomporne un altro, più nuovo, squisitamente attuale. Oggi cos'è che rompe la linea? Niente pare più scioccare nessuno sepolti come siamo da miliardi di informazioni ed immagini sfavillanti e allora cos'è il moderno se non un attitudine che appartiene ad un sistema ormai bello che andato? Bene, forse la modernità è un attegiamento passatista, siamo d'accordo. Siamo in una società estremamente dinamica e multi-qualcosa in cui il concetto di estetica è molto flessibile. Estetica, che giudica il bello e non il vero che, invece, appartiene al regime della logica. Allora torniamo al moderno che non esiste più dato che il sistema della tolleranza lo ha fagocitato proprio quando ha capito che la diversità produceva valore e quindi denaro. Prendiamo una qualsiasi scena cruda propostaci dalla tv, anzi mandata in tv ma partita da un telefonino. Ha una sua connotazione estetica, come appare formalmente? Ci siamo assuefatti all'estetica dell'amatoriale, della camera sporca? Che impressione ci dà...è vera?
Si smaterializza la carne rappresentata e probabilmente la foto altro non è che uno dei tanti documenti digitali che circolano nel mondo. E così per le foto più allegre o quasi; matrimoni, cresime e via discorrendo. C'è ancora una persona viva dietro al nostro profilo facebook?

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