When the music is over.
La musica è finita e probabilmente non c'è niente da fare.
Siamo sotto le feste natalizie, fa freddo e tutti cercano di ammazzare il tempo nel migliore dei modi.L'alone sacro del Natale è bello che andato e la gente cerca qualcosa di interessante per il profanissimo Capodanno. Si affittano case in montagna, si preparano cene, cose così insomma.
In un tempo indeterminato che può essere ieri come mille anni fa mi è capitato di trovarmi in una di queste case prese in affitto con le migliori intenzioni festive. Era però popolata da persone più giovani di me, ragazzi in quella difficile e torbida fascia di età che va dai 20 ai 22 anni da cui io sono appena uscito.
Entriamo allora in questa bella casa, moderna, situata nel gelo di una ridente località nevosa. La prima cosa che mi colpisce è l'estrema pulizia, infatti, nonostante ci fossero state almeno 10 persone, il pavimento brillava. Mi siedo vicino al radiatore. C'è un grande tavolo dove dei ragazzi abbastanza simpatici giocano a carte. Nei bicchieri però non vedo nulla di alcolico ma soltanto fresca Pepsi cola. Strano, forse questi non sono i giovani che Studio Aperto descrive come pazzi esaltati che perdono la vita in qualche notte brava. Continuiamo, la seconda cosa che mi colpisce è che alla mia richiesta di metter su un po' di musica una voce dal coro mi avverte. Nessuna, tra quelle persone, si è ricordata di portare una radio, un Ipod, un lettore cd e tantomeno un grammofono. Con molta gentilezza rimediano alla mia forse troppo invadente richiesta con dei pezzi di Ozzy suonati dalle blande cassedi un cellulare. Non so, qualcosa mi dice che questi non sono propriamente i giovani che io immaginavo e che la tv descrive, c'è qualcosa nell'aria che odora di asettico e di vuoto. Una caramellossa sensazione di normalità che da sempre non si addice ai post-adolescenti. Sono ragazzi svegli e gentili, dov'è il poblema?
Avrei sicuramente bisogno di più materiale per giudicare o analizzare, però non posso fare a meno di scrivere questo post dato che l'esperienza descritta si va a situare in un pensiero più ampio che negli ultimi tempi prende spazio nella mia mente.
Credo che il nostro paese sia ormai invaso da un buonismo a-critico e nazionalpopolare che tutti i programmi mediatici rivolti ai giovani rafforzano. E'assurdo che i guru della televisione per ragazzi riempiano le case con truci storie di sesso, droga, alcool e violenza molto spesso dallo sfondo implicitamente razzista. E' assurdo che la fascia di persone che va dai 13 ai 22 anni venga descritta come irresponsabile, pazzoide e soprattutto pericolosa. Io posso dire soltanto che i ragazzi di oggi che non sognano più l'America come cantava Ramazzotti se paragonati a chi aveva vent'anni negli anni '70 o '60 sono purissimi. Questo non è una male dato che nessuno, giustamente,vorrebbe un ritorno alla violenza politico-sociale di quegli anni, ciò che non sopporto è che nonostante questo i ragazzi diventino il bersaglio di chissà quali paternalistici rimproveri.
Bisogna anche assumersi le proprie responsabilità. Sembra che in nome di qualche ideale sicurezza consumistica, che tra l'altro in Italia non c'è, in nome di qualche status symbol in più raggiunto, abbiamo rinunciato a quella sanissima follia fatta anche di azioni irresponsabili che connota l'adolescenza e la post-adolescenza.Io ho capito forse dov'è il punto. La mentalità nazionalpopolare degli ultimi tempi ha tolto sempre più valore alla cultura; sia con azioni concrete, i tagli sono un esempio, sia con azioni ideologiche. La cultura, la pluralità di idee viene associata all' attegiamento intellettuale e bacchettone legato alla sinistra la quale, attraverso il potere dei media, viene descritta come una fascia eternamente perdente. Andare ad un concerto o scegliere la musica da ascoltare è un atto di sinistra e quindi da perdenti. Ecco allora la famosa omologazione e l'inevitabile ritorno del machismo e del solito attegiamento "zerbini con i più forti, prepotenti con i più deboli". Assieme al maschilismo che vorrebbe rimettere la donna al proprio posto va a braccetto il paternalismo, l'altro tratto saliente della nostra società. Il sistema vuole dei bravi ragazzi puliti che non si perdono dietro alle facezie artistico-culturali quali la musica, il cinema ecc. Ai concerti non ci sono più adolescenti. Dove c'è cultura, infatti, c'è anche senso critico e coscienza, allo stesso modo c'è utopia ed irresponsabilità e quindi la freschezza di chi è giovane. Il sistema vuole delle persone gentili e brave che sappiano rinunciare alla riflessione. Riflettere è scomodo e non porta a nulla di concreto, il precariato e la crisi economica incombono e non c'è tempo per farlo. Ciò che ci lasciano intendere è che è colpa della nostra inettitudine se siamo precari ed in fondo l'unico modo per ritrovare un equilibrio perduto sarebbe il ritorno all'ordine, ai sani valori della Patria e della famiglia. Cose ammirabili ed importanti se connotate da una reale volontà di scelta. Il ritorno all'ideale di purezza dei buoni valori e dell'ingenuità quasi bucolica del popolo che si abbandona totalmente alla volontà di chi lo governa oggi è un processo subdolo che usa i media convenzionali per esprimersi. Basta prendere qualsiasi fiction o soap-opera italiana per osservare la rappresentazione di un mondo ideale senza vizi e parolacce.Se da un lato si tende a mascherarsi da "contemporanei" con determinati procedimenti stilistici dall'altro si ripropongono i buoni vecchi valori convenzionali grazie a personaggi-stereotipo senza caratterizzazione psicologica. Lo stesso vale per le situazioni e per le ambientazioni.
Mi fermo quì; fatto sta che quelle persone che ho descritto sono il bersaglio preferito del processo di cui ho parlato ed è naturale che non riescano a vivere la giovinezza nella follia irresponsabile ma interessante che dovrebbe caratterizzare quel periodo. Il processo di falso ritorno all'ordine utopico è inarrestabile,va però arginato. Si può fare rinunciando all'odio ideologico e pensando che la pluralirà di informazione, di visione sul mondo e sui fatti, anche se scomoda, è l'unica via per capire il nostro tempo.
Senso critico per tutti, riflettete rilassati e siate sereni,
Saluti
SOULWILLY la pecora.
Nessun commento:
Posta un commento